Nei cavoli “da foglia”, cappuccio e verza, la parte commestibile è costituita da una rosetta di foglie che forma una palla dura e compatta. La coltivazione più diffusa è quella autunno-invernale del Sud Italia ma anche Trentino, Veneto ed Emilia Romagna offrono una discreta produzione nel periodo primaverile – autunnale.
Le varietà sono numerosissime, fra le tardive ricordiamo il Violaceo di Verona, il cavolo-verza di Piacenza, il Monrch, fra le precoci il Princess e il Wirosa ibrido.
Proprietà e benefici del cavolo-verza
Le proprietà curative del cavolo-verza erano conosciute fin dalle antichità; i Greci addirittura lo consideravano sacro.
Il cavolo verza contiene (come tutte le brassicacee: rafano, senape, colza, ecc) delle molecole solfatate che nei glucosinolati sono legate maggiormente al glucosio. Un enzima contenuto nella pianta è in grado di decomporre i glucosinolati in glucosio e agluconi, tipo “olio di senape”. Il meccanismo di decomposizione scatta quando la pianta è ferita e viene liberata la linfa. Il cavolo-verza si difende in questo modo per far sì che i ruminanti non la mangino troppo poiché questi ultimi sono sensibili all’acre gusto e all’irritazione causato dall’olio di senape.
Gli agluconi della verza hanno ottime proprietà analgesiche, antinfiammatorie, decongestionanti e antisettiche topiche. Usati quando la verza è fresca, sono abbastanza diluiti (ca. 0.1%) e quindi non agiscono in modo troppo irritativo o tossico.
Il succo di cavolo-verza è molto utile anche per combattere la stipsi: a tal fine si fa bollire il cavolo in poca acqua per non più di 2/3 minuti (per evitare la perdita di numerose proprietà) e si filtra il succo, da bersi la mattina e la sera.
In medicina popolare si sfrutta il meccanismo di decomposizione di glucosinolati in glucosio e “olio di senape”, prevalentemente come impacchi di foglia di verze fresche. Si lavano bene alcune foglie verdissime e robuste; dopo aver tolto col coltello le grosse nervature, si tagliano a listarelle e si schiacciano ben bene con una bottiglia fino a farne uscire il succo.
Si applicano in 2-3 strati attorno a una giuntura dolente oppure applicandola su una zona reumatica, ricoprendole con una garza per mantenerle ferme. Dopo alcune ore, si cambia l’applicazione sostituendola con altre foglie fresche. In questo modo si provoca una leggera irritazione che stimola il sistema immunitario a intervenire: le molecole degli agluconi passano facilmente la cute legando le molecole algesiche a dei residui infiammatori.
Il decotto di foglie di cavolo-verza sembra aiutare a combattere bronchiti e asma nonché malattie dell’apparato gastro-digerente. L’acqua di cottura è ricca in zolfo ed è utilizzata per la cura di eczemi e infiammazioni.